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Transizione 5.0: firmato il Decreto attuativo

Pubblicato il decreto che riporta le modalità attuative relative al Piano Transizione 5.0

Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

Controlli fin dall’inizio 
I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

ULTERIORI AGGIORNAMENTI ED EVENTUALI CHIARIMENTI TECNICI VERRANNO PUBBLICATI NEI GIORNI A SEGUIRE.

Per info o approfondimenti:

Nuova Sabatini Capitalizzazione

Pubblicato il decreto che riporta le modalità attuative relative al Piano Transizione 5.0

Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

Controlli fin dall’inizio 
I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

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Transizione 5.0: Sempre più vicini ma ancora lontani!!

Pubblicato il decreto che riporta le modalità attuative relative al Piano Transizione 5.0

Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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Veneto: Contributo a fondo perduto a sostegno dei processi di produzione ed efficientamento

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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Aggiornamento: Transizione 4.0, emanato decreto per compensare i crediti

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

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Aggiornamento: Blocco compensazioni – Faq Agenzia delle Entrate

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

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Allert: Blocco compensazioni su investimenti 4.0

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

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VENETO: Fondo Perduto per aziende vitivinicole (A) e filiera agroalimentare vitivinicola (B)

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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I controlli non scatteranno soltanto a procedura ultimata, ma potrebbero essere avviati, per quanto possibile, già dopo la prenotazione, quindi nella fase di comunicazione ex ante, ad esempio per la verifica del calcolo del risparmio stimato.

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Bonus Colonnine: Seconda edizione.

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Il piano di Transizione 5.0 riconosce un credito di imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello stato italiano, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegue una riduzione dei consumi energetici.

Sono ammissibili ai benefici i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 e aventi come oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla Legge 11 dicembre 2016, n.232. Tali progetti devono ridurre complessivamente i consumi energetici della struttura produttiva, cui si riferisce il progetto di innovazione, in misura non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.

Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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We Are in “5.0 Transition”

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Sono altresì agevolabili:
• investimenti in beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (a eccezione delle biomasse);
• le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Una delle novità più rilevanti contenute nel decreto è che potrà essere attiva una sola pratica alla volta per ciascuna impresa. Qualora il progetto di innovazione faccia riferimento a due o più processi interessati, occorrerà allora prendere come riferimento l’intera struttura produttiva. Soltanto una volta che la pratica sarà chiusa (con la comunicazione ex post e l’OK del GSE oppure con la rinuncia o la decadenza), l’azienda potrà aprire una nuova pratica.

Dal punto di vista tecnico tra le novità rilevanti viene chiarito che Comunicazione ex ante sarà valida anche per la Transizione 4.0 ossia nel caso in cui un’azienda non dovesse portare a compimento il percorso che porta alla fruizione del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 5.0, una volta chiusa quella pratica potrà dirottare le proprie attenzioni sul piano Transizione 4.0 senza dover ripetere la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 5.0. 

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